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Autorizzazioni edilizie a Roma: Dia e Scia

Scia e Dia: i due atti amministrativi per l’inzio attività

La Dia e la Scia sono, molto semplicemente, sono due atti amministrativi legati all’inizio dei lavori edili su un edificio o all’apertura di un’attività commerciale. Esse vengono richieste sia nel caso in cui l’attività in questione sia connessa alla vendita di generi alimentari che nel caso contrario. Insomma, chiunque si è trovato nella situazione di dover avviare un negozio, un ristorante, un alimentari e via dicendo, ha avuto a che fare almeno una volta con questo tipo di pratiche burocratiche.

Normalmente la gestione delle stesse si rivela anche abbastanza complessa ed è per questo che è consigliabile rivolgersi ad un professionista che sappia fornire tutte le indicazioni necessarie per evitare di sbagliare. Del resto, come vedremo in dettaglio più avanti, già la sola raccolta della documentazione richiede un impegno considerevole e una capacità tecnica di base, che implica anche un minimo di conoscenza nel settore.

Cosa si intende per Dia

La Dia, acronimo che sta per “Dichiarazione di inizio attività” viene richiesta quando si devono avviare dei lavori edili su uno stabile. Inizialmente si ricorreva sempre a questo tipo di atto, e occorreva poi attendere il trascorrere di 30 giorni prima di poter partire effettivamente con i lavori. Questo per consentire alla pubblica amministrazione di procedere con le verifiche del caso. Oggi invece le cose sono cambiate e da quando è stata introdotta la Scia, di cui vedremo più avanti tutte le caratteristiche, la Dia continua ad essere chiamata in causa soltanto nei seguenti due casi:

  1. L’intervento che si deve andare ad effettuare è un’opera soggetta a vincoli di tipo paesaggistico o culturale
  2. L’intervento sull’edificio è sostanziale e va a modificare profondamente il suo assetto.

Cos’è la Scia

scia commercialeLa Scia è la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, che viene richiesta ogni qualvolta si debbano effettuare dei lavori o ci si trovi ad aprire un’attività commerciale. Nello specifico si ricorre alla Scia quando un vecchio edificio deve essere restaurato e si devono andare ad apportare su quest’ultimo delle minime modifiche connesse alla sua rimessa in funzione e all’aggiustamento di tutte quelle parti che nel corso degli anni sono andate in decadenza. Questo per quanto riguarda la Scia in ambito edilizio.

Per quel che concerne invece le attività commerciali che vengono avviate a seguito di presentazione della Scia, queste sono le più disparate. Necessitano della sua presentazione i locali che effettuano somministrazione di alimenti e bevande, quindi i ristoranti, i bar, i pub e via dicendo. Allo stesso modo sono sottoposti a Scia gli hotel, gli alberghi, gli affittacamere e tutte le attività di questa categoria, nonché quelle che si occupano di trasporto di persone o vendita per corrispondenza. Formalmente la Scia viene presentata insieme alla Comunicazione Unica. Di quest’ultima si occupa di norma il commercialista, che invia la pratica direttamente alla Camera di Commercio. Perché il tutto vada a buon fine occorre avere una casella funzionante di posta certificata, da indicare per la ricezione di tutte le comunicazioni.

Quali documenti occorrono per la presentazione della Scia?

Sia la Dia che la Scia vengono normalmente curate dal geometra o comunque dal professionista abilitato che effettua questo tipo di pratiche e che appone la sua firma, assumendosi così la responsabilità di quanto si sta facendo. La pratica viene inviata direttamente all’ufficio SUAP del comune di riferimento e alla domanda occorre allegare una serie di documenti. Tra questi possiamo ricordare:

  • il certificato di agibilità del locale nel quale si svolgerà l’attività
  • la relazione tecnica e le planimetrie che vengono fornite dal geometra

Una volta inviata la Scia al Comune, a quest’ultimo spetta la possibilità di effettuare dei controlli specifici in merito. Per quanto riguarda i costi, oltre all’onorario del professionista incaricato, si dovranno mettere in conto anche i diritti di segreteria, per un costo totale della pratica che non è di norma inferiore ai 600 euro.